la parola della domenica
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liturgico A |
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52, 7-10 Il Natale che insieme celebriamo è giorno su cui si è appuntata una fin troppo facile e ormai abusata ironia, le chiese si affollano al punto che qualcuno dice: Ci vengono proprio tutti. Ebbene vi dirò che, anche dopo tanti anni, io persisto di credere che qui, in questo giorno, ognuno viene a cercare qualcosa di vero, qualcosa d'altro. Altrimenti perché ci verremmo? La città è ormai piena di riti laici! E poi - lasciatemi dire - quanto è lontana dal vero Natale l'ironia sul fatto che in questo giorno ci vengano proprio tutti, quasi che il Natale fosse per pochi intimi o per i puri. Dopo tutto, i pochi che hanno perso il vero Natale di Cristo non furono proprio quelli che appartenevano ai circoli degli "illuminati" del tempo? Gli uomini del potere e della religione. Essi non si degnarono di mettersi in cammino verso quella mangiatoia, con tutti: "Con i pastori? Ma scherziamo!". E invece siamo qui tutti. E, più ci sentiamo pastori, cioè coscienti della nostra povertà esistenziale, più siamo sul sentiero del Natale. E c'è un altro luogo comune da sfatare, che riguarda la bellezza. Bello sì - si dice - questo momento che godiamo tutti, ma in concreto? Come se la bellezza davanti alla quale incantarci, non fosse già una cosa concreta. Come se concreto nella vita fossero solo i soldi o la roba! Abbiamo tutti sotto gli occhi gli esiti di una società dove il concreto sono i soldi e la roba. Il mirabile prologo dell'Evangelo di Giovanni, che è purissima poesia, ci ha introdotto a contemplare la bellezza: le cose belle non sono mai astratte. Ebbene, perché siamo qui tutti? Perché
l'avvenimento, che oggi ricordiamo e riviviamo, è la Parola definitiva.
"Dio aveva parlato tante volte e in tanti modi attraverso i tempi"
- dice l'autore della Lettera agli Ebrei - "ma ora, ultimamente,
ci ha parlato attraverso il suo Figlio". Ecco, siamo qui a udire
la Parola definitiva, l'ultima. L'ultima che, d'altro canto, è
la prima, quella che sta al Principio, quella parola cioè che è
il segreto nascosto di ogni cosa: "Tutto è stato fatto in
vista di Lui". Questa Parola è la ragione segreta che tiene
in piedi tutto ciò che esiste: la mia e la tua vita, la vita dell'umanità,
ciò che comprendiamo e anche ciò che ancora non comprendiamo.
Il progetto della creazione è Cristo. Ci sono purtroppo costruzioni
senza progetto. Ma ci sono costruzioni che hanno dentro un progetto, un'idea,
una bella idea. Così il mondo. Non è vero che è senza
un progetto. E noi siamo qui a riscoprire questo progetto che è
vita, che è luce. "Il Verbo si è fatto carne". La parola ultima è la tenerezza di Dio, la tenerezza che scende, la tenerezza che avvicina, la tenerezza che ti tocca nella carne. È
sconvolgente: perché noi Dio persistiamo a metterlo sul trono.
Ma la parola ultima è: E questa è la gloria di Dio. Questa è anche la gloria vera della terra. Questa la notizia inaudita. Ed è anche rottura: rottura di un nostro modo di pensare, sovvertimento delle nostre vedute. Che
senso infatti avrebbe se, dopo aver contemplato questa rottura, noi, nella
vita, riprendessimo a inseguire, quasi mito ossessionante, la scalata,
l'arroganza del cuore, la prepotenza della vita, l'indifferenza alle situazioni
e non ci sfiorasse l'incarnazione, cioè prendere carne nell'umile
storia degli uomini, avvicinando con tenerezza la carne dell'umanità,
difendendo - così come difende il tuo Dio- la carne e la dignità
di ogni creatura. È la prima ed è l'ultima parola. Sia la prima e l'ultima parola della nostra vita. |
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