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la parola della domenica
Anno
liturgico A |
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Is
49, 14-15 Nessuno può servire a due padroni ... Non
potete servire a Dio e a mammona, al denaro. E subito, a difesa, vorrei gettare sul piatto della bilancia, la bilancia di Dio, le sante cause che servo o che dico di servire. Ma voi sapete che il discorso non si ferma alla difesa delle bandiere, che spesso nascondono interessi meschini. Il problema è invece la scelta di fondo, quella che oggi si usa chiamare l'opzione fondamentale della vita. A chi - sinceramente! - a chi hai venduto la tua vita; per chi e per cosa quotidianamente la spendi? Servi Dio o il denaro? Il tuo vero anelito è "essere" o "avere"? il Regno di Dio e la sua giustizia o le cose? E' scritto che se c'è questo affanno, questa malattia delle cose non c'è vera fede: siamo come i pagani. La fede, quella vera, secondo Gesù, ci libera dalla febbre delle cose: ti appoggi al Padre dei cieli, per il quale tu conti di più, molto di più degli uccelli del cielo. Qualunque cosa accada tu non sarai mai dimenticato. Medita, rileggi la parola di Isaia senza esitazioni: "Anche se vi fosse una donna che dimentica il figlio del suo grembo invece non ti dimenticherò mai..." Tu non sarai mai dimenticato. Questa fede - vi dicevo - ci libera dall'affanno delle cose. Dunque non siamo andati per i sentieri della fede se in questi anni, in mezzo a noi, è avvampata la febbre delle cose. "Obbedendo
alla logica del profitto, siamo arrivati a mercificare ogni cosa. Perfino
la vita, i sentimenti i più delicati, le stesse persone diventano
cose da sfruttare e consumare. La stessa natura porta le tracce di questa
lebbra che ci divora, la lebbra delle cose: i fiori dei campi, le acque,
gli uccelli del cielo sono dentro la grande nuvola di Per
che cosa ci affanniamo? per "essere" o per "avere"?
A che cosa educhi un figlio? Alla fiducia nel Padre dei cieli che, veste
l'erba del campo, alla gioia di essere oppure all'affanno delle cose?
Questi figli che devono rincorrere il modello della società dell'avere:
devono avere tutto, devono consumare tutto. La gioia più grande è un figlio che ha scavalcato gli altri o non è forse un figlio ricco in umanità, questo tuo figlio, questa tua figlia così aperti, così generosi, così attenti, così profondi, così capaci di commuoversi, di contemplare, di precorrere il futuro, così capaci di gratuità nell'amore? Essere o avere? E
per finire ... se cercheremo prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia,
le cose ci saranno date in aggiunta, dice il Vangelo. Al
contrario quando sono liberati dall'affanno diventano un luogo di avvicinamento
tra uomo e uomo, tra classe e classe, tra popolo e popolo. |
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