la parola della domenica
Anno
liturgico B |
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Is
43, 18-19.21-22.24b-25 È
un peccato, un vero peccato, che questo piccolo brano del secondo Isaia,
che oggi abbiamo ascoltato, abbia avuto la disavventura di essere così
sforbiciato, bistrattato, nella sua versione liturgica. A tal punto che
se ne perde quasi il senso. A
che cosa si riferisce l'invito a non guardare il passato? "Non ricordate
più le cose passate, non pensate più alle cose antiche". Infatti,
nei versetti precedenti, del passato si ricordano le meraviglie operate
da Dio, fatti strepitosi e gloriosi. È un passato glorioso quello
che il profeta invita, paradossalmente, a dimenticare, i giorni in cui
Dio "offrì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque
possenti", i giorni gloriosi dell'Esodo. L'invito è a non rinchiudersi in quel passato, a non morire nella nostalgia, a non perdere il contatto con ciò che oggi sta accadendo. E oggi - dice Dio - oggi accade una cosa nuova: "Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". E qual è la cosa nuova, di fronte alla quale anche i ricordi del passato glorioso sembrano impallidire? La
novità che germoglia nell'oggi è questa: che Dio perdona,
gratuitamente, ancor prima che il suo popolo si converta: Sembra quasi incredibile, paradossale, questa parola sul labbro di un ebreo, questa parola che dice: ancor più potente, più potente del Dio dell'Esodo, è un Dio che perdona. E oggi, oggi questa cosa germoglia sulla terra. Oggi, la misericordia di Dio! Questo
è il Dio dell'Antico Testamento! Forse qualcuno di voi ha intravisto
sui giornali la polemica per una introduzione alla lettera ai Romani,
in cui il Dio d'Israele viene presentato come Dio "irascibile e attento
a ogni genere di minuzie", cancellando pagine e pagine della misericordia,
che fioriscono in continuazione sia nella Torah, sia nei Profeti, sia
nei Salmi. Vedete
allora come è in perfetta sintonia con questo messaggio antico
la parola di Gesù, nel Vangelo. Avevano
dovuto calargli il paralitico dall'alto. La folla osannante è sempre
un ostacolo, una barriera davanti a Gesù. E
Gesù legge la fede dentro la creatività, dentro la fatica
di quei portatori del paralitico. È come se vi leggesse la misericordia,
la sua misericordia. Ed è quello che lui non vuole, è quello che Dio non vuole; Dio dice: "Alzati e cammina". Dio dice: germoglia una cosa nuova... non ve ne accorgete? Germoglia, oggi, la misericordia. |
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