la parola della domenica
Anno
liturgico B |
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Gn
22, 1-2.9a.10-13.15-18 "Prese
con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e, li portò sopra un monte
alto". O forse sì, una cosa cominciavano a capire: che la vita dietro il Rabbi di Nazaret, dietro quel Maestro, dopo i primi entusiasmi, cominciava ad essere una vita in salita, in salita come il sentiero che li portava sul monte. Pochi giorni prima il Maestro aveva freddato la frenesia di miracoli, il prurito dell'eccezionalità delle folle: a questa generazione nessun segno. E
poi aveva duramente rimproverato Pietro, che si era come ribellato all'idea
che Gesù, il Messia, sarebbe stato ripudiato dalle autorità,
ucciso, risuscitato dopo tre giorni. Lui che non raduna truppe, lui che non frequenta quelli "giusti", quelli che contano, lui che non si fa pubblicità, lui che è un umile, un mite. sarà vincente o sarà perdente? Perdiamo o salviamo la vita a seguirlo? Sono
domande che anche noi, a volte, sentiamo salire al cuore. Ed è
come se avessimo bisogno di una conferma. Forse sta qui il significato
della Trasfigurazione. E si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: "nessun lavandaio sulla terra" - nota Marco con il colore della sua ingenua fantasia - "potrebbe renderle così bianche". La
luce che abitava nel segreto il Figlio dell'uomo, per un attimo si era
come liberata: irraggiava sul volto, perfino sulle vesti. E
la voce dalla nube dice: "Questi è il mio Figlio prediletto.
Ascoltatelo". La trasfigurazione come una conferma, come un velo alzato sul futuro, il futuro più futuro di Gesù di Nazaret, il futuro più futuro dei suoi discepoli. A
volte si dice che sono le prove a rendere forti le tue spalle, a renderle
sempre più capaci di reggere una prova ancora più grande.
Come se lì, nella prova, fosse il collaudo. Pietro, in una sua lettera, come un testamento, lo ricordava alla sua comunità: ricordava la voce udita sul monte a "conferma solidissima della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori". La
stella del mattino non si è ancora levata, i giorni, i nostri,
non sono facili. Credere nella sobrietà, nella mitezza, nell'umiltà,
nella limpidezza, sembra perdente. Porta sul volto, come Mosè, la gloria di Dio, quella che irraggiava dal Signore sul monte. |
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