la parola della domenica
Anno
liturgico B |
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Is
40,1-5.9-11 Inizio
del Vangelo di Gesù Cristo: così è scritto nella
prima pagina alla prima riga del vangelo di Marco. E
invece no, più profondamente si vuol dire inizio dell' Evangelo,
della buona notizia. Se
tu apri il libro -il racconto di Marco - trovi questa prima parola inizio:
c'è la possibilità di un inizio, di una cosa nuova. Come a dire "partiamo da una buona notizia...". E' una ingenuità ed è una cattiva operazione quella di partire dalle cattive notizie, partire da visioni apocalittiche, dalle analisi crude e spietate della realtà. Certo teniamone conto. Ma guai se la partenza fosse la cattiva notizia, partiremmo con il piede sbagliato. Il Vangelo dunque, come dice la parola, è buona notizia, è un messaggio gioioso, in sintonia, sintonia perfetta con il messaggio gioioso che percorre tutto il Primo Testamento. Abbiamo sentito: "Consolate, consolate il mio popolo - dice il Vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù". C'è una possibilità nuova. Come
il Primo Testamento, anche il secondo inizia con una buona notizia con
un annuncio che deve dare speranza ai cuori, che deve suscitare gioia. Iniziamo
da Gesù: da questa presenza che rassicuri i cuori. Puoi
emergere con Gesù, se inizi con Lui e da Lui. Le
acque del Mar Rosso sono quasi un simbolo sfolgorante: un popolo in modo
inatteso, e gratuito, è emerso quando era immerso. Giovanni Battista predica una immersione, un battesimo di conversione per la remissione dei peccati, immersi, per essere tirati fuori; in una novità di vita. Come a dire che per noi peccatori c'è una possibilità nuova, che si chiama remissione dei peccati: possiamo riemergere. Il Dio dell'Antico Testamento è un Dio che porta il peccato, che perdona il peccato cioè fa misericordia, ma è anche un Dio -dobbiamo ricordarcelo - che cancella il peccato. Azione questa, quella di cancellare che non è predicata sufficientemente da noi cristiani: noi diciamo sovente che Dio perdona il peccato ma non insegniamo alla gente che Dio cancella il peccato. Che lo cancella significa che Dio non ricorda più che noi abbiamo peccato. è estremamente forte questo. Noi magari nemmeno lo immaginiamo, ma Dio cancella il nostro peccato, dunque non lo ricorda più. Potremmo dire che noi siamo messi in una situazione originaria come se non avessimo peccato. Una cosa questa che può far solo Dio; ciascuno di noi può perdonare a un altro ma nessuno di noi può dimenticare che un altro ci ha fatto del male. Dio nella sua onnipotenza cancella il peccato, non ricorda più. Sei
messo in una situazione nuova, sei all'inizio. Dio apre per te una possibilità
nuova. |
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