la parola della domenica
Anno
liturgico B |
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Gs
24, 1-2a. 15-17.18b Forse è giusto sapere com'è finita. Nelle
scorse domeniche abbiamo riascoltato il lungo discorso di Gesù,
dalla sinagoga di Cafarnao: nel lungo discorso Gesù si autodefiniva
"il pane vivo disceso dal cielo" e della sua carne diceva che
è un vero cibo, del suo sangue diceva che è vera bevanda. Perché
? Può
succedere anche a noi. Succede anche a noi, che non siamo meglio di quei
primi discepoli. Anche a noi succede a volte di trovare incomprensibile
la Parola di Dio, di Gesù, non è tutto così facile,
e non è tutto così risolto. C'è qualcuno che dice
che la Parola di Dio spiega tutto. Ma questo appartiene all'ingenuità
dei fanatici, che non si sono ancora accorti che la Bibbia è piena,
piena di domande. Non
so se ha colpito anche voi questo verbo, più volte ripetuto nel
Vangelo di oggi, un verbo che dice, con un'immagine viva, non pallida,
che cos'è la fede: il verbo "andare", "camminare". Noi abbiamo di molto impoverito l'immagine della fede, identificandola prevalentemente in un insieme di parole, di dichiarazioni, di proclamazioni. È pallida questa immagine, dice poco, a confronto di quella evangelica: andare dietro Gesù o andare indietro? La mia vita è andare dietro Gesù o andare indietro? "Non camminavano più con lui...": cammino con lui? Il mio è un vero camminare con lui? Dove sono? A
volte ti chiedi come è possibile: il giorno prima a celebrare Gesù,
a osannare Gesù e il giorno dopo, dove siamo? A osannare chi? Ci
rendiamo conto? Ecco, misuriamo la fede, non sulle parole, ma sul verbo andare. Lo guardo, la guardo e nel cuore mi dico: quello è un uomo, quella è una donna che cammina con lui, cammina con Gesù. Onora -questo è il punto- onora nella sua vita le parole di Gesù. È uno, è una che ci crede: crede che le parole di Gesù "sono spirito e vita"! E in effetti -confessiamolo- ogni volta che apriamo il Libro, apriamo il Vangelo, è come una boccata d'aria fresca dentro l'afa, l'afa pesante dei soliti discorsi scontati che brillano per la loro ovvietà, sfioriti in un giorno, impalliditi in una settimana. "Le
mie parole sono spirito e vita". C'è dentro un vento, un vento
creatore, che ti rigenera, che suscita energie nuove, che apre cammini. Non facciamolo stancamente, con l'afa dell'oppressione: Custodiamo nel cuore parole che sono vento creatore, che danno entusiasmo, che danno passione. E tu, Signore, guardaci dal pericolo. Dal pericolo di essere qui oggi a celebrare le tue parole e di ritrovarci poi nella vita a osannare e celebrare altre parole. Perché "solo tu hai parole di vita eterna". |
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