la parola della domenica
Anno
liturgico C |
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2
Sam 12,7-10.13 Oggi
il brano di Samuele iniziava con una parola forse poco comprensibile. Quale uomo? L'uomo che Davide aveva appena finito di condannare, del quale aveva detto: chi ha fatto questo, merita la morte... Natan
aveva raccontato una bellissima parabola che la liturgia non ricordava.
Leggiamola: Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero; ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprato e allevato; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli... era per lui come una figlia. Un ospite di passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, portò via la pecorella di quell'uomo povero e ne preparò una vivanda per l'ospite venuto da lui..." Dunque
il povero e la sua pecorella piccina...e il ricco che gliela strappa. Noi
abbiamo ridotto a cose il peccato, cose che facciamo: confessiamo delle
cose. Sì, sei tu quell'uomo. E Davide lo riconosce! "Tu hai colpito di spada Uria, l'Ittita, hai preso in moglie la moglie sua, lo hai ucciso con la mano degli Ammoniti...Tu mi hai disprezzato..." dice il Signore. Dio dice: Tu mi hai disprezzato. Ecco un'altra dimensione del peccato: Per i credenti, il peccato contiene un disprezzo di Dio, rompe quell'armonia che è custodita nelle cose: l'armonia modellata e impressa dalle mani di Dio. Sei tu quell'uomo. E
se ho il coraggio di riconoscermi in quell'uomo, ecco la svolta imprevedibile. La
svolta è la misericordia. A
chi assomigliamo: a Simone, il fariseo, o a Cristo? Siamo la legge o siamo
l'Amore? Simone, la legge, guarda e scuote la testa: questa è una donnaccia; se Gesù sapesse tutto, non consentirebbe simili effusioni. Gesù,
la tenerezza, la guarda con amore: era morta, ora è viva. Gli occhi dell'amore registrano i fatti, ma vanno oltre -o, se volete-, vanno dentro, e leggono le ragioni del cuore, gli itinerari del cuore, le svolte improvvise del cuore. "L'amore -ha scritto un commentatore attento del nostro tempo- l'amore non guarda il negativo, non guarda la contraddizione di un uomo con la legge, guarda le sue intime esigenze, la spinta interna, che magari lo ha portato ad essere in contrasto con la legge, ma che mira ad altro. Ecco, l'amore coglie questa attesa, questo bisogno profondo: si fa largo attraverso il groviglio delle violazioni morali per fissarsi sul germe intatto che è anche nel cuore della più corrotta prostituta, e il suo miracolo è nel suscitare questo germe, nel farne principio di un nuovo modo di vivere. E' un passaggio, dalla morte alla vita!" (Balducci) |
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