la parola della domenica

 

Anno liturgico C
omelia di don Angelo nella Domenica del Battesimo del Signore
secondo il rito ambrosiano


10 gennaio 2016



 

 

Is 55,4-7
Sal 28
Ef 2,13-22
Lc 3,15-16.21-22

Sono tanti gli eventi che fanno da costellazione al Battesimo di Gesù, che la liturgia oggi ci ha ricordato entro l'orizzonte delle manifestazioni. E non si tratta di dettagli di poco conto. Si parla nel nostro brano, per esempio, di due battesimi, quello di Giovanni e quello di Gesù: "Io vi battezzo con acqua… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".

La differenza non può sfuggire. Ma mi sento di aggiungere: senza disprezzo per il battesimo di Giovanni. Che aveva richiamato nel deserto, attorno al Giordano, folle. Folle che intravvedevano una possibilità di cambiamento, di rigenerazione, di cui si sentiva acuto prorompente il bisogno. Forse come oggi. Era un battesimo nell'acqua, certo, ma non per questo non formale: impegnava a cambiare mentalità, ad adempiere la giustizia.

Ricordate: chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e i militari siano lontani da ogni forma di violenza; e gli esattori delle tasse da ogni forma di arbitrio. Non era ancora il battesimo in Spirito santo e fuoco. Ma, badate bene, era un primo passo e, senza il primo passo, non si accede al secondo.

Giovanni Vannucci in una sua omelia diceva: "Credo - e mi sembra importante notare - che non possiamo saltare il gradino della giustizia. E forse è quello che è avvenuto nella nostra esperienza cristiana, qui in Occidente: abbiamo proiettato tutte le nostre forze nella ricerca dello Spirito, delle consolazioni dello Spirito, della quiete nello Spirito, e abbiamo voluto scavalcare il battesimo dell'acqua, il battesimo della giustizia, non abbiamo voluto salire il gradino che ci avrebbe introdotto alla realtà di Cristo. …Abbiamo presunto di passare nel piano dello Spirito senza adempiere a quelle condizioni di giustizia che ci erano state indicate da Giovanni Battista".

Ma veniano al battesimo di Gesù: sarà in Spirito santo e fuoco. Sarà un passo successivo, che chiederà di andare oltre la giustizia. Immersi nello Spirito. Condotti da una energia interiore, abitati dal soffio della passione di Gesù e del suo vangelo, divorati - potremmo dire - da un fuoco interiore. Che ci allontana dall'essere semplicemente dei manichini o dei burocrati di Dio.

Un Dio che mette in gioco in te tutta la sua vivacità e fantasia: "Vi battezzerà in Spirito e fuoco". Forse un primo passaggio è sentirci abitati dallo Spirito, è prendere contatto con questa parte intima di noi stessi. Che, a ben pensare, è alla radice di tutto. Tutto dipende da come siamo dentro, da che cosa siamo abitati, o divorati, dentro. Il battesimo di Gesù, nella redazione di Luca, ci presenta questo momento, perdonate se lo chiamo così, di autocoscienza.

Stava in preghiera, il cielo si aprì e discese su di lui lo Spirito Santo e la voce a rivelare che era il figlio amato. Quasi che la rivelazione fosse rivolta a lui, la manifestazione fosse tra le pareti dell'anima, dove puoi prendere coscienza di chi sei e della missione cui sei chiamato nel mondo. Un momento in cui ti è dato esperire Dio, la sua vicinanza.

Oggi abbiamo letto dal rotolo di Isaia: "Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino". Un momento, vi dicevo, di interiorità, di intimità. Che è sorgivo. Che ci preserva da inaridimenti. Il Battesimo di Gesù al Giordano nella redazione di Luca sottolinea il particolare dell'intimità. Che non è - dobbiamo subito aggiungere - isolamento. L'immersione nello Spirito si accompagna, è sposata indissolubilmente, secondo il racconto del vangelo, all'immersione nell'umanità.

Una spiritualità dunque - quella che nasce alle acque del battesimo e dobbiamo ripeterlo con forza - che ti sottrae all'inganno della distanza dagli umani. Che anzi crea vicinanze con gli umani. In questo senso ha un fascino indimenticabile, inconsumabile, l'icona di un Gesù immerso con con tutti, nella fila con tutti i peccatori: nessuna separatezza, nessuna distanza.

Mi sono chiesto se questo aspetto è diventato, nella nostra consapevolezza, un dato fondamentale del battesimo cristiano o se questo aspetto si è andato man mano affievolendo fino a impallidire. Certo che il battesimo ha a che fare con Dio. Con Dio che ci dona il suo Spirito. Ma ha a che fare anche con l'umanità, è il sacramento contro la distanza, contro l'indifferenza, contro la lontananza.

La parola che vi risuona è la parola "vicinanza" che abbiamo riascoltata puntualmente con forza oggi nella lettera agli Efesini. Che ci parlava di Gesù dicendoci che "Lui è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro della separazione… venuto ad annunciare la pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini …edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito".

L'immersione nel battesimo allude anche a questa dimensione corale: per la quale cancelliamo la distinzione tra "vicino" e "lontano", cancelliamo dalla vita la separazione dell'indifferenza e dell'inimicizia. E diventiamo - perdonate la parola - dei "fanatici" dell'aggregazione: per vocazione di battesimo tu ti senti attraversato dalla passione di aggregare, sei per vocazione immerso nell'umanità.

Quanto mi sembra importante oggi, a tutti i livelli, riscoprire questa dimensione della coralità! Riconosciamo un po' tutti che si è andata man mano col tempo affievolendo. A rischio di esaurimento. E' diventato un rigagnolo avaro d'acqua, quello della passione per l'umanità, per via di un contagio che ci fa spesso, troppo spesso, arresi a un individualismo esasperato, avvolgente, a volte vincente. Venuta meno la passione per il bene comune, il rischio è di diventare isole, isole accanto a isole. Senza più ponti che consentano passaggi di umanità.

Leggevo il racconto di Luca, sostavo su Gesù, che viene detto "figlio amato" proprio mentre è immerso con tutti nelle acque e mi si faceva più vivo dentro il richiamo a un battesimo di "immersione in umanità": "Immergiti" mi dicevo "nell'umanità". Gesù non ha selezionato, non si è immerso nelle acque con i giusti. Che anzi si è immerso nelle acque con i peccatori!

Immergiti anche tu in tutto ciò che è umano, in tutto ciò che ha a che fare con la storia, quella di oggi, con le donne e gli uomini di oggi con le biografie reali e non supposte delle donne e degli uomini di oggi. "Immergiti".

 

 


 
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