la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo nella prima Domenica di Avvento
secondo il rito ambrosiano


13 novembre 2016



 

 

Is 51,4-8
Sal 49
2Ts 2,1-14
Mt 24,1-31

Io - lo confesso - da questo brano del vangelo di Matteo, esco un po' frastornato. Non so voi. Sono un vecchio prete e devo confessare che, dopo anni e anni, capisco e non capisco. E' vero che i grandi biblisti ci tengono a dire che queste pagine appartengono a una letteratura apocalittica e che le immagini non vanno prese alla lettera, appartengono a un genere letterario. Ma faccio fatica a capire: è come se, nelle immagini, si sovrapponessero le cose già accadute ai tempi di Matteo, come la distruzione del tempio, e poi le cose che accadono sempre - ed ecco le ammonizioni sul presente - e infine le cose che accadranno negli ultimi tempi.

Fotogrammi strappati, accostati, spezzati, riuniti, oserei dire, come in uno dei quadri spiazzanti, che so io, di Picasso. Ma veniamo ai testi. Leggendo il brano di Matteo e quello della seconda lettera ai Tessalonicesi, un primo richiamo che mi sembrava di cogliere era l'invito, rivolto a quelle comunità, a non lasciarsi prendere dall'agitazione, quasi che la venuta del Signore fosse ormai vicina.

In quella prima stagione della chiesa il ritorno di Gesù era ritenuto vicino, quasi alle porte. Di qui una sorta di disorientamento nei credenti per quell'inspiegabile ritardo della venuta. C'è un tempo di mezzo dunque tra la sua ascensione al cielo e il suo ritorno. E noi, ancora oggi, stiamo vivendo il tempo di mezzo. E il tempo di mezzo - sembrano suggerire i testi - non è un tempo risparmiato. Risparmiato da una drammatica conflittualità. Ingenuo sarebbe, secondo le Scritture, avventurarci nei nostri giorni senza fare i conti con le forze del male, che attraversano, apertamente o in modo strisciante, la storia, anche la storia dei nostri giorni.

Ho trovato questo richiamo a una lucidità consapevole in un commento di Giuseppe Barbaglio, indimenticato biblista, alla lettera ai Tessalonicesi, dove, parlando della inquietante presenza del male dentro i meccanismi psicologici dell'uomo e in non poche strutture e forze storiche, scrive: "Il male ha risorse incomprensibili per l'uomo. Si tratta di scegliere tra una concezione inguaribilmente ottimistica o addirittura beotamente superficiale della storia e del progresso e un modo di vedere le cose che non chiude gli occhi sul male operante nelle pieghe più profonde degli avvenimenti umani.

Non tutto è luce, gioia, vita nel nostro mondo. C'è spazio, e ampio, per il tenebroso, Il disumano, il mortifero. E bisogna fare i conti con questa faccia dell'esistenza umana se si vuole vivere realisticamente. La terra non è un aiuola per figli dei fiori, ma campo di lotta e di scontro a sangue tra forze contrarie, quelle luminose e le tenebrose".

Dentro questo orizzonte i brani di oggi propongono con insistenza alcuni atteggiamenti, che posso solo sfiorare. Uno primo atteggiamento è nei confronti della Menzogna: un invito insistente a vigilare, a non lasciarci turlupinare: "Verranno, diranno, faranno, non lasciatevi ingannare". E' molto bello, perché rispettoso della nostra umanità, questo invito a mettere in campo tutta la nostra attenzione, tutta la nostra intelligenza, per non essere manipolati.

Manipolati da chi? Da chi si presenta come il salvatore, l'uomo forte, quasi fosse un dio: "Molti verranno nel mio nome, dicendo: 'Sono io il Cristo' e trarranno molti in inganno". L'appello, nel vangelo di Matteo, è a non lasciarsi ingannare dalla spettacolarità: "Faranno grandi segni e miracoli così da ingannare se possibile anche gli eletti". Ebbene lo stesso appello, quasi con le stesse parole, è anche nella lettera ai Tessalonicesi: "La venuta dell'empio avverrà nella potenza di Satana con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell'iniquità".

Pensate, l'inganno dei grandi segni, persino dei miracoli! Resistete all'inganno. Resistete alla tentazione di passare dall'altra parte solo perché è più seducente. Tirate fuori tutta la vostra intelligenza, ma anche tutta la vostra resistenza. Sta scritto: "Si raffredderà l'amore di molti, ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato". "Si raffredderà l'amore di molti": quasi ci fosse detto che, quando ci si lascia abbagliare e sedurre, dal mito della potenza, dell'uomo forte, inevitabilmente si corre il rischio del raffreddarsi dell'amore, del venir meno della condivisione, dello svaporare della solidarietà.

Rischio di ogni tempo: il raffreddarsi dell'amore. "Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato"! "Perseverare" e "perseveranza" sono parole importanti nell'alfabeto della Bibbia, indicano una capacità di stare nel mondo anche dentro situazioni difficili, senza fuggire, senza venir meno, senza lasciarsi prendere dallo sconforto o dalla stanchezza. In nome di chi? Vorrei dire, in prima istanza in nome di Dio.

Con il quale abbiamo anche il diritto di protestare come fece Giobbe, ma al quale poi ci affidiamo, perché lui per il primo è perseverante. Potremmo dire, perseverante nella sua promessa. Perseverare, resistere in nome di chi? Permettete che, dopo aver fatto il nome di Dio, io aggiunga che a perseverare, a resistere, nell'orizzonte dell'amore e della giustizia, ci sono di aiuto, sono una spinta di sangue, sono una grazia, gli amici, o anche semplicemente donne e uomini che abbiamo avuto la fortuna di incontrare, persone che conosciamo. Loro che, tentati, come ognuno di noi, di rassegnarsi o di tirare i remi in barca quando il bene non è riconosciuto e il male sembra vincente, non vengono meno. Osano l'azzardo.

L'azzardo di una promessa. Ebbene pensando a loro, pensando a voi, mi ritornano al cuore le parole della Lettera ai Tessalonicesi: "Noi dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore…".

 

 

Lettura del profeta Isaia 51, 4-8

Così dice il Signore Dio: / "Ascoltatemi attenti, o mio popolo; / o mia nazione, porgetemi l'orecchio. / Poiché da me uscirà la legge, / porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, / si manifesterà la mia salvezza; / le mie braccia governeranno i popoli. / In me spereranno le isole, / avranno fiducia nel mio braccio. Alzate al cielo i vostri occhi / e guardate la terra di sotto, / poiché i cieli si dissolveranno come fumo, / la terra si logorerà come un vestito / e i suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia salvezza durerà per sempre, / la mia giustizia non verrà distrutta. / Ascoltatemi, esperti della giustizia, / popolo che porti nel cuore la mia legge. / Non temete l'insulto degli uomini, / non vi spaventate per i loro scherni; / poiché le tarme li roderanno come una veste / e la tignola li roderà come lana, / ma la mia giustizia durerà per sempre, / la mia salvezza di generazione in generazione".

Sal 49 (50)

® Viene il nostro Dio, viene e si manifesta. Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente. Da Sion, bellezza perfetta, Dio risplende. ® Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta. Convoca il cielo dall'alto e la terra per giudicare il suo popolo: ® davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno stabilito con me l'alleanza offrendo un sacrificio". I cieli annunciano la sua giustizia: è Dio che giudica.

® Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 2, 1-14

Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l'apostasia e si rivelerà l'uomo dell'iniquità, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. Allora l'empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell'empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell'iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l'amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell'iniquità. Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

Lettura del Vangelo secondo Matteo 24, 1-31

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: "Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta". Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: "Di' a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo". Gesù rispose loro: "Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: "Io sono il Cristo", e trarranno molti in inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori. Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, si raffredderà l'amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l'abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele - chi legge, comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! Pregate che la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall'inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui", oppure: "È là", non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto. Se dunque vi diranno: "Ecco, è nel deserto", non andateci; "Ecco, è in casa", non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, "il sole si oscurerà, / la luna non darà più la sua luce, / le stelle cadranno dal cielo / e le potenze dei cieli saranno sconvolte". Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli".

 

 

 


 
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